La filosofia del Festival
Presto. È ciò che ci insegnano fin da piccoli.
Bisogna fare presto. Correre. Muoversi. Accelerare. Il mondo non aspetta, non ha tempo. Cresciamo accumulando ritardi, mentre un senso di colpa latente ci avvolge con una patina quasi impercettibile.
La tecnologia, se usata male, non aiuta. Semmai accelera l’affanno, perché moltiplica la nostra connessione con un presente ininterrotto che non ammette, appunto, ritardi. A meno che non la si usi come un mezzo per agevolarci le incombenze quotidiane della vita, per abbattere barriere fisiche e virtuali. Perché altrimenti il rischio è quello di perdere tutto.
Perdiamo il tempo, prima di tutto. Esattamente ciò che serve per agganciarci al traino di un’esistenza felice.
C’è un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio. […] Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria, il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.
Proviamo a pensarci: le relazioni, il godimento delle cose terrene, la contemplazione del mondo intorno a noi. Tutto, ma proprio tutto, richiede tempo, e il tempo concede calma, serenità. Sposta l’asse terrestre della bellezza e rende degno il gioco di esserci.
Questo festival nasce dall’idea di restituire a noi stessi quel tempo sottratto a cui abbiamo rinunciato, un giorno alla volta.
Per prenderci cura del nostro passato e immaginare con freschezza un futuro ancora tutto da scoprire.